Incontriamo casualmente Albania, maestra d’arte della cooperativa sociale Tempo per l’Infanzia, nel giardino che accoglie chi si reca in via Giulio Bechi 9. Ci siamo fermati a guardare il piccolo ma suggestivo spazio verde, la grande magnolia in fiore e l’orto che aspetta le cure primaverili.
“Aspettate, non giudicate la cooperativa attraverso il murale, lo rifaremo” ci dice da lontano Albania. Si avvicina e spiega che il vecchio murale che decora la facciata è un murale di denuncia dove sono raffigurati alberi e fiori che crescono tra rifiuti e detriti della nostra civiltà usa-e-getta. Ora verrà ripensato “per proporre un’idea di bellezza e trasformazione come già si sta attuando con la forza che la bellezza stessa ti dona”.
“Perchè la bellezza trasforma e crea percorsi che producono forza e tensione al cambiamento, è una rivoluzione”, ci dice. “E non penso che la bellezza sia solo quella conseguibile attraverso le tipiche cose attribuite all’arte: se gli abitanti delle case di via Sant’Erlembaldo torneranno a coltivare quest’orto, adesso disadorno, e lo faranno con amore, potrà realizzarsi un atto di bellezza che sarà trasformativo per chiunque lo viva”.
“Nessuno è mediocre, semplicemente non sa” e spesso non crede di poter creare qualcosa di bello. “Ma nel disegno della Creazione ognuno ha in sé una scintilla divina” che può venire fuori in diversi modi. Non è l’illusoria ricerca di grandi talenti artistici da scoprire magicamente in un quartiere popolare, ma il tentativo di orientare qualsiasi persona a sperimentare un nuovo sguardo e una nuova consapevolezza.
Magari perchè anche l’orto non sia solo uno spazio dove crescono le verdure.