Curatela e fotografia: intervista a Gaia Rocchi

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Abbiamo intervistato Gaia Rocchi, curatrice della mostra finale del programma REACTION e responsabile dell’allestimento e organizzazione del contest fotografico.

Da dieci anni nel settore della cultura, Gaia Rocchi si interessa di arte interconnessa al sociale, sin dagli anni dell’università e dell’accademia, a partire da un progetto artistico su Viale Bligny 42, un luogo di contraddizioni ma anche un territorio creativo. Si è specializzata in Accademia di Brera, indagando sulle pratiche partecipative possibili all’interno del mondo artistico.

Sul suo ruolo di curatrice, Gaia parte proprio dall’aspetto artistico: “La curatrice idea anche la parte artistica, creando un discorso, fluido e costante per far dialogare le opere esposte. La grande difficoltà, in questo caso, è far parlare opere di professionisti da una parte con le opere della cittadinanza coinvolta nella mostra dell’altra.”
Ma anche cura, nel suo concetto più ampio e sfaccettato: “La curatela è un prendersi cura del progetto in diversi suoi aspetti, sia occupandosi della parte di produzione fotografica che facilitando i fotografi nel loro lavoro, partendo proprio dal rapporto con i partner di progetto, fondamentali per il mantenimento di una base territoriale.”

La Mostra Fotografica di REACTION vuole raccontare il progetto da diversi punti di vista.
“Vuole riflettere la realtà poliedrica del programma stesso” dice Gaia “Da una parte si racconteranno le persone, con i ritratti di Alessandra Fuccillo, dall’altra i luoghi, attraverso la visione degli abitanti che hanno accompagnato Alessandro Brasile nella realizzazione del suo lavoro fotografico. Infine il contest, che coinvolge direttamente i cittadini, fornendo un punto di vista interno alla città, permettendo di indagare ulteriori sfaccettature, riflettendo la specificità di ogni progetto.”
Assi che si intersecano, tre modelli del “fare fotografia” che si intersecano con tre progetti su base territoriale, dando modo a nuove possibili output di emergere in un’unica narrazione.

“Mi auguro” dice Gaia “che la mostra riesca a far emergere le voci. Il suo scopo è comunicare ciò che è successo con REACTION in città e come si svilupperà il dopo-REACTION. Puntiamo a far avvicinare quante più persone possibile al programma proprio attraverso la mostra, diffondendo così pratiche di cittadinanza attiva.”

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